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Attualità del buddhismo

DSCN7900Quando osserviamo da vicino gli insegnamenti del Buddha, scopriamo che il suo approccio è molto simile a quello scientifico e ciò ha naturalmente suscitato grande interesse verso il buddhismo da parte delle persone con una mentalità moderna. La somiglianza di base tra l'approccio buddhista e quello della scienza risulta chiaro quando esaminiamo l'atteggiamento buddhista verso i fatti dell'esperienza che, come quello scientifico, è un atteggiamento analitico...

Secondo gli insegnamenti del Buddha, i dati dell'esperienza sono formati da due componenti: la componente oggettiva e la componente soggettiva; in altre parole si tratta delle cose che percepiamo intorno a noi e in noi stessi, come soggetti della percezione.
Il buddhismo è noto da lungo tempo per il suo approccio investigativo nei campi della filosofia e della psicologia. Questo perchè il Buddha analizzò i fatti dell'esperienza nei loro vari componenti o fattori, portandolo ad individuare nei cinque aggregati (forma - o materia -, sensazione, percezione, volizione - o fattori mentali, o dhammas - e, infine, la coscienza) gli elementi fondamentali che la compongono.
La procedura adottata è analitica in quanto frantuma i dati dell'esperienza nelle sue varie componenti. Il Buddha non si accontentò di un vago concetto di esperienza in generale; volle invece analizzarla, investigarne l'essenza e verificarla nelle sue componenti, come nella famosa metafora buddhista che riguarda il carro; nella quale si suddivide il fenomeno "carro" nelle sue componenti: ruote, asse, struttura, etc. Lo scopo di ciò è ottenere una più chiara idea di come funziona quel dato fenomeno. Quando, per esempio, guardiamo un fiore, ascoltiamo un brano musicale o andiamo a trovare un amico, tutte queste esperienze nascono come diretto risultato di una combinazione di elementi composti che si condizionano reciprocamente.
Oggi psicologi, scienziati e ricercatori sociali sono profondamente interessati all'analisi buddhista dei vari elementi che compongono la coscienza: delle sensazioni, percezioni e volizioni. Sono sempre più numerosi quelli che si volgono all'antico insegnamento del Buddha per trarne una maggiore comprensione della propria disciplina. Questo crescente interesse per gli insegnamenti del Buddha, causato da tanti punti di affinità tra il pensiero buddhista e le maggiori correnti moderne della scienza, della psicologia e della filosofia, ha raggiunto il suo culmine nel XX secolo con le sorprendenti proposte avanzate dalla teoria della relatività e dalla fisica quantistica, che rappresentano il più recente sviluppo della scienza sperimentale e teorica. Di nuovo si può notare che non soltanto il Buddha ha anticipato i principali metodi scientifici (cioè osservazione, sperimentazione e analisi), ma che addirittura il buddhismo e la scienza coincidono pienamente sulle più dettagliate conclusioni riguardanti la natura dell'uomo e dell'universo. Per esempio, in occidente è stata a lungo ignorata l'importanza della coscienza nella formazione dell'esperienza e solo ora viene riconosciuta. Proprio quando gli stessi indirizzi scientifici più moderni riconoscono che sono gli esperimenti stessi a influenzare i risultati, l'insegnamento del Buddha, espresso nel primo verso del Dhammapada, in cui si dice che la mente è la matrice di ogni cosa, risuona come un monito a tutti noi ad un consapevole utilizzo della coscienza.
Anche se la scienza ci ha insegnato a costruire città, autostrade, fabbriche, fattorie migliori e dotate delle più moderne tecnologie, non ci ha però insegnato a costruire persone migliori. Ecco perché nel mondo contemporaneo, molti si volgono al buddhismo, un'antica filosofia che, pur avendo molte caratteristiche in comune con la tradizione scientifica occidentale, va oltre il materialismo e il razionalismo dell'occidente, oltre le limitazioni le concettuali della scienza applicata e delle teorie sociali, indicando una via salvifica, esperienziale e diretta per la comprensione dell’esperienza umana e per la sua emancipazione.