Buddhismo

Il Buddha

Il Buddha, il cui nome era Siddharta Gautama, visse nell’India del Nord nel VI sec. a.C. Secondo la leggenda egli nacque durante il viaggio che doveva portare la regina Maya, moglie del capo del clan degli Sakya, il nobile guerriero Suddhodana, a partorire il primo figlio nella casa paterna, secondo la tradizione del tempo. Ma la tradizione vuole che la giovane non raggiungesse mai la casa e partorisse in un boschetto, mettendo al mondo colui che diventerà il Buddha. Prima di intraprendere la sua ricerca spirituale, il Buddha viveva nell’agio presso il palazzo del padre, seguendo l’educazione necessaria a divenire, un giorno, re di una regione che corrisponde all’incirca all’attuale Nepal. Poco prima di compiere trent’anni il principe Siddharta incontrò delle persone che stavano vivendo l’esperienza della malattia, della vecchiaia e della morte, rimanendone molto impressionato e turbato. Allo stesso modo rimase profondamente ammirato dalla serenità mostrata da un saggio eremita. Maturando tali esperienze, il principe Siddharta realizzò la precarietà e la temporaneità del suo stato di agio ed abbandonò la sua casa e la sua famiglia, in cerca di una soluzione definitiva alle grandi sofferenze del mondo. Intraprese in tale ricerca diverse pratiche spirituali ed incontrò molti maestri, finché, insoddisfatto…

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Le Quattro Nobili Verità

Nel suo primo discorso dopo l’Illuminazione, o realizzazione sulla vera natura della realtà, il Buddha mise in moto la Ruota del Dhamma tenendo un discorso a quelli che poi sarebbero diventati i suoi primi 5 discepoli. In quel discorso il Buddha espose quello che costituisce il cuore del suo insegnamento, il messaggio che ha lasciato all’umanità. Questa è l’esposizione delle Quattro Nobili Verità che sono parte integrante della vita di ogni essere vivente. La prima Nobile Verità: l’esistenza della Sofferenza. Nel primo punto del suo insegnamento il Buddha espose con chiarezza la situazione di sofferenza caratteristica del nostro stato di esistenza, che comprende la sofferenza della nascita, della malattia, dell’invecchiamento, della povertà, della morte, ma anche il disagio nel non ottenere ciò che desideriamo o nel perdere ciò a cui teniamo. Va compreso correttamente il motivo per cui il Buddhismo pone come stadio fondamentale del proprio sviluppo spirituale la consapevolezza del proprio stato di sofferenza. L’obiettivo del sentiero spirituale buddhista è quello di raggiungere la completa liberazione dalla sofferenza. Tale liberazione, però, avviene tramite lo sforzo personale di seguire i metodi proposti dal Buddha, per cui è necessario avere una decisa motivazione a raggiungere tale liberazione. Una forte motivazione, infine, si…

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Il Nibbana

Udana 8.1: Nibbana Sutta – La completa Liberazione Così ho sentito. In una certa occasione il Beato soggiornava presso Savatthi, nel Boschetto di Jeta, al monastero di Anathapindika. Ora a quel tempo il Beato stava istruendo, stimolando, incitando, e incoraggiando i monaci con un discorso di Dhamma riguardante la Liberazione [il Nibbana]. I monaci — recettivi, attenti, pieni di presenza mentale — prestavano ascolto al Dhamma. Allora il Beato, in quella occasione, declamò questo solenne verso ispirato: “Vi è quella dimensione dove non c’è terra, né acqua, né fuoco, né vento; non vi è la dimensione dell’infinità dello spazio, né la dimensione dell’infinità della coscienza, né la dimensione del nulla, né la dimensione di ‘né-percezione-né-non-percezione’; non vi è questo mondo, né un altro mondo, né sole, né luna. E lì, io dico, non vi è giungere, né andare, né rimanere; né scomparire né sorgere: non è fisso, né si evolve, senza sostegno (oggetti mentali). Questa, solo questa, è la fine della sofferenza.” I benefici nel praticare gli insegnamenti del Buddha sono molti sin dall’inizio della pratica, ma dovremmo tenere presente che tutti gli insegnamenti che il Maestro ci ha trasmesso hanno come vero obiettivo la liberazione totale dalla sofferenza –…

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L’attualità del buddhismo

Quando osserviamo da vicino gli insegnamenti del Buddha, scopriamo che il suo approccio è molto simile a quello scientifico e ciò ha naturalmente suscitato grande interesse verso il buddhismo da parte delle persone con una mentalità moderna. La somiglianza di base tra l’approccio buddhista e quello della scienza risulta chiaro quando esaminiamo l’atteggiamento buddhista verso i fatti dell’esperienza che, come quello scientifico, è un atteggiamento analitico. Secondo gli insegnamenti del Buddha, i dati dell’esperienza sono formati da due componenti: la componente oggettiva e la componente soggettiva; in altre parole si tratta delle cose che percepiamo intorno a noi e in noi stessi, come soggetti della percezione. Il buddhismo è noto da lungo tempo per il suo approccio investigativo nei campi della filosofia e della psicologia. Questo perché il Buddha analizzò i fatti dell’esperienza nei loro vari componenti o fattori, portandolo ad individuare nei cinque aggregati (forma – o materia -, sensazione, percezione, volizione – o fattori mentali, o dhammas – e, infine, la coscienza) gli elementi fondamentali che la compongono.La procedura adottata è analitica in quanto frantuma i dati dell’esperienza nelle sue varie componenti. Il Buddha non si accontentò di un vago concetto di esperienza in generale; volle invece analizzarla,…

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