Nella meditazione vipassana noi seguiamo un metodo che risale a un Sutta antico riguardante un insegnamento del Buddha, ovvero il Satipatthana Sutta, I Quattro Fondamenti della Consapevolezza. È il discorso n. 10 del Majjima Nikaya, ovvero della Raccolta dei discorsi di media lunghezza. Nella premessa a questo discorso il Buddha indica i quattro Satipatthana, o la meditazione sui Satipatthana, come l’unico modo per sviluppare la saggezza e quindi raggiungere la liberazione. Lui introdusse questo discorso con queste parole: “O monaci, o meditanti, questo è il sentiero diretto per la purificazione degli esseri, per il superamento della pena e della lamentazione, per la sparizione della sofferenza e della scontentezza, per l’acquisizione del giusto metodo, per la realizzazione del nibbana, ovvero i quattro fondamenti della consapevolezza. Questa pratica della consapevolezza è tipica degli insegnamenti buddhisti, e non si trova in nessun altro insegnamento di altre religioni e sentieri spirituali, in cui si postula l’esistenza di una entità divina e, come via per raggiungere la vera felicità, indicano un comportamento etico corretto affiancato a particolari pratiche di concentrazione. Quindi questi due aspetti sono considerati come quelli che possono portare alla felicità.